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Emorroidi: classificazione, sintomi e trattamento

Dr. Nando Gallese Proctologo

Classificazione

Le emorroidi vengono classificate in base al grado di fuoriuscita del prolasso mucoso:

grado 1 – prolasso mucoso interno, che durante la defecazione non si estende oltre il margine anale;

grado 2 – prolasso mucoso esterno, che si estende oltre il margine anale e si riduce spontaneamente dopo la defecazione;

grado 3 – prolasso mucoso esterno, che si estende oltre il margine anale e può essere ridotto all’interno del canale anale manualmente;

grado 4 – prolasso mucoso esterno permanente, riducibile o irriducibile, che viene fuori spontaneamente indipendentemente dalla defecazione.


Sono dei cuscinetti vascolari, prevalentemente a sangue venoso, e normalmente servono per:

1. "accompagnare" le feci all’esterno riducendo il trauma anale

2. completare il complesso sistema della continenza fecale.

Solo quando danno dei sintomi si parla di malattia emorroidaria.

• E’ la più diffusa causa di sofferenza della regione anorettale.

• Più del 50% della popolazione adulta occidentale soffre o ha sofferto di patologia emorroidaria.

• Molti soggetti lasciano trascorrere molto tempo prima di chiedere delle cure.

• Le cure attuali sono in grado di eliminare senza o con poco dolore il problema.

Le emorroidi interne aumentano di volume dentro l’ano, e danno segno di sé in genere solo durante il passaggio delle feci, con sanguinamento e prurito. Possono rimanere all’interno del canale anale (I grado) o prolassare all’esterno dell’ano e rientrare da sole (II grado) o con l’aiuto delle dita (III grado); a volte rimangono in prolasso permanente (IV grado) causando macchie di sangue o siero sulla biancheria intima (ano umido); se non si riesce a riposizionarle dentro l’ano possono causare intenso dolore e andare incontro a complicazioni, come la formazione di coaguli nel loro interno (trombosi emorroidaria)

Si sviluppano con: l’aumentare dell’età, le eccessive spinte per evacuare le feci, le feci molto dure o irritanti quali quelle diarroiche, la gravidanza, i fattori ereditari.

Non c’è alcuna correlazione con i tumori, ma molti di questi sintomi possono essere presenti anche in presenza di un cancro del retto o dell’ano. Ciò rende indispensabile una visita coloproctologica. Ogni trattamento effettuato senza una visita specialistica può essere causa di un inammissibile ritardo per una corretta diagnosi ed un’adeguata terapia.

Il trattamento medico va diretto verso la possibile causa:

Aumento dell’assunzione di fibre vegetali ed uso di integratori di fibre per ottenere feci più soffici

Correzione della diarrea, se presente

Rieducazione defecatoria tendente ad evitare di spingere molto o a lungo

Terapia farmacologica: diosmina micronizzata (Arvenum 500 et Al.), Cortisonici (Bentelan et Al.) ed analgesici nelle fasi acute, prodotti per uso locale (supposte, creme, schiume, clismi, ecc.)

In caso di crisi acute, per lo più da trombosi emorroidaria è a volte necessario effettuare ambulatorialmente una piccola incisione in anestesia locale per asportare il/i coagulo/i.

La Legatura Elastica viene utilizzata per il trattamento delle emorroidi e del prolasso mucoso rettale interno. Consiste nell’applicazione di piccoli anelli elastici alla base delle emorroidi o del prolasso, senza alcuna anestesia. Ciò generalmente non provoca dolore anche se nelle ore successive può essere accusato dal paziente un fastidioso senso di peso. Gli anellini elastici rimangono in sede per 7-15 giorni e generalmente la loro espulsione non viene rilevata dal paziente se non per una lieve perdita ematica che non deve spaventare. Solo nel caso assolutamente eccezionale di emorragia recarsi al Pronto Soccorso o prendere contatti con il proprio specialista.

Molto gradita dai pazienti, ma con indicazioni da stabilire con precisione e risultati alterni, è la HAL-Doppler o DGHAL (o THD), legatura Doppler guidata delle arterie emorroidarie, di cui esiste anche la variante HAL-no Doppler, utile complemento ad altre procedure. Senza anestesia e senza ricovero, può risolvere i casi caratterizzati prevalentemente dal sanguinamento

La scleroterapia e la coagulazione all’infrarosso sono utilizzate nel trattamento delle emorroidi in genere non prolassanti. Tali procedure causano scarso dolore ed il risultato è una discreta riduzione del volume delle emorroidi.

L’emorroidectomia è il trattamento riservato ai casi che non possono essere trattati ambulatorialmente con le tecniche precedenti, o nei casi in cui non si è riusciti ad ottenere un risultato soddisfacente per il paziente. Esistono molte tecniche che hanno in comune la rimozione delle emorroidi. Necessitano in genere di un breve ricovero e si effettuano in anestesia. Esistono diversi protocolli per il controllo dei disagi e del dolore postoperatorio.

La Crioterapia nel trattamento radicale è dolorosa rispetto agli altri trattamenti ambulatoriali e, come la folgorazione diretta, non gode la preferenza dei maggiori centri internazionali di colonproctologia ed è stata pressochè abbandonata.

Tecniche che utilizzo il bisturi Laser non danno una riduzione del dolore, ne altri particolari vantaggi, rispetto a quelle più tradizionali. Altrettanto vale per tecniche eseguite con bisturi ad ultrasuoni o a radiofrequenza. Laser, ultrasuoni, radiofrequenza sono “strumenti nuovi”, ma usati per “interventi vecchi” (in pratica “cambia il cucchiaio, ma non la minestra”).

Il trattamento più moderno consiste nella PROLASSECTOMIA MUCO-EMORROIDARIA CON SUTURATRICE CIRCOLARE PPH (intervento di Longo): tale tecnica corregge il problema nella maggior parte dei casi, con dolore molto ridotto e con degenze molto brevi; in mani esperte non comporta complicanze importanti. E’ pur sempre, tuttavia, un intervento chirurgico in piena regola.